Questa è la mia casa. La mia casa in montagna: un luogo nel quale mi rifugio ogni volta che desidero allontanarmi da quella realtà quotidiana che a volte ci pesa e sento il bisogno di circondarmi delle cose che amo, dei miei ricordi, di tutto ciò che mi fa star bene. Per questo motivo è anche protagonista di alcuni capitoli del mio romanzo “Le risposte che non so darti”, perché per me è un luogo di sogno che ti resta nel cuore e che mi descrive completamente. Ma questa casa non è una baita, è un appartamento in un condominio che ho ristrutturato pensando alla mia idea di casa in montagna: un luogo caldo, avvolgente, un rifugio capace di avvolgermi e di darmi la pace di cui ho bisogno in certi momenti. Così ho rivestito alcune pareti con un tessuto che adoro, ho costruito personalmente le librerie in legno, ho colorato le pareti e il soffitto con un colore caldissimo, un colore che fa sentire il calore del sole sulla pelle. Ma ho usato anche la tecnologia: un sofisticato sistema di illuminazione a led e una domotica wireless che rende la casa intelligente, che mi consente di controllare il riscaldamento a distanza, di “prepararla” quando la sto raggiungendo per farla trovare come desidero, di modificare l’atmosfera a seconda delle ore del giorno e degli ospiti che ricevo. Amo questa casa. E’ il mio rifugio in montagna.

C’è un silenzio irreale.

È l’ultima domenica di un’estate della quale ricorderemo precisamente i contorni: era il 2020, portavamo le mascherine, il Covid ci aveva cambiato la vita… Ma oggi non splende il sole.
L’aria é grigia, e le microscopiche gocce di quell’umidità che appesantisce gli abiti, riescono ad attutire i rumori, a smorzare le parole di chi ti passa a fianco, a spegnere anche il più piccolo suono.

Amo camminare a Camogli quando é così.Quando i pochi turisti rimasti vorrebbero essere tristi perché non si può prendere la tintarella, ma restano invece affascinati da un’atmosfera che non riescono a catalogare, a definire, a raccontare nei selfie e nei messaggi vocali.

Io sorrido.
Seduto a questo tavolo di legno e ottone che vorrebbe farti sentire su un veliero d’altri tempi, osservo gli sguardi stupiti delle persone in balia del nulla.Non c’è un alito di vento.Non c’è il sole.Fa caldo.Nulla é convenzionale.Ma ci sono luoghi che riescono ad essere straordinari anche quando non vorresti.

Ps: oggi mio papà avrebbe compiuto gli anni. Questo scritto lo dedico a lui.