La trasformazione psicologica di un uomo che, attraverso gli occhi di un bambino sconosciuto, rilegge la propria vita scoprendo fragilità, contraddizioni e sentimenti inaspettati. La fuga in montagna dalla polizia, i pericoli dei sentieri a tremila metri della Val Susa e i colori violenti delle case di Camogli, diventano la cornice di un rapporto profondo che li legherà per sempre.


LA TRAMA

Marco Ducale, un architetto troppo impegnato per avere una famiglia, ha un incidente d’auto nel quale una donna muore. È notte, piove molto forte, ma con un gesto disperato riesce ad estrarre dall’altra auto il bambino che si trovava sul sedile posteriore. In preda al panico e terrorizzato dalle possibili conseguenze, anziché cercare aiuto decide di scappare in montagna portando con sé il ragazzino in una fuga irrazionale e senza meta.

Affrontando i pericoli della montagna inseguiti da un imponente schieramento di Polizia, i due iniziano a parlarsi, a conoscersi, ad avvicinarsi. Nella solitudine dei sentieri a tremila metri di quota, le domande innocenti di quel bambino di 10 anni, colpiscono profondamente l’uomo che si ritrova costretto a rivedere la propria vita da un nuovo punto di vista: senza ipocrisie, senza protezioni, senza quella corazza costruita con meticolosa attenzione durante tutta la propria vita.

Il rapporto tra i due diventa sempre più stretto, più complice, fino al punto che quel bambino, in modo del tutto inaspettato, riuscirà a rivelare a Marco una verità sconvolgente: una verità capace di cambiare per sempre la sua vita e trasformarlo in un uomo migliore.


Oppure puoi acquistarlo su Amazon cliccando qui: ACQUISTA SU AMAZON

Hanno tre bambine bellissime, ma il matrimonio non funziona più. Discutono, litigano, non riescono a ricostruire l’amore che li ha uniti quando si sono conosciuti. Zinaida, Zina per gli amici, decide di lasciarlo e di trasferirsi poco distante, a casa dalla sorella che l’accoglie insieme alle tre bambine. Maurizio non è d’accordo. Non riesce a rassegnarsi all’idea di perdere la moglie e le figlie, di vederli andare via. Così una sera decide di aspettarla davanti a casa, davanti a quella nuova casa nella quale lui non può entrare. Sono le 22.00, l’uomo parcheggia la Peugeot ed aspetta che Zina torni dal ristorante. Quando lei arriva non le lascia il tempio di parlare, la uccide con due coltellate, una al petto e una alla gola. A sangue freddo, mentre le bambine dormono in casa senza accorgersi di nulla. Poi scappa. I vicini sentono i rumori, le urla concitate, le grida di Zina e chiamano il 118, ma non c’è nulla da fare.

Maurizio ha compiuto l’ennesimo femminicidio, un altro delitto che si aggiunge al numero di donne uccise da uomini che non comprendono che cosa sia l’amore, che non sanno costruire un rapporto, che non hanno imparato nulla della vita.
L’ho scritto altre volte: non basta che le istituzioni dicano che questi omicidi debbano finire, che le donne protestino, che si facciano manifestazioni di solidarietà. Chi deve fare qualcosa non sono le donne, ma gli UOMINI. Siamo noi che dobbiamo impegnarci a cambiare una cultura, ad insegnare ai nostri figli che l’uomo non è “forte” e la donna non è un suo possesso, che dobbiamo rifiutare anche le più piccole manifestazioni sessiste se vogliamo che tante altre donne non facciano la fine di Zina.
Ma dobbiamo essere in tanti: tanti uomini coraggiosi e capaci di ribellarsi e di dire IO NO. Io non uso un linguaggio sessista, io non insegno a mio figlio che le donne non devono vestirsi da maschiacci, io non dico a una donna che è acida perché non scopa, io non penso che esistano lavori da maschi e altri da femmine, io non accetto che un presentatore televisivo con la cravatta abbia al fianco una valletta in costume, …

Io dico NO, e vi chiedo di aiutarmi in questa battaglia condividendo il più possibile questo post perchè solo cambiando poco a poco una cultura dilagante in Italia, riusciremo a costruire una società più giusta per il futuro dei nostri figli.