Mio figlio per una settimana non andrà a scuola. Come tutti i ragazzi della Liguria, del Piemonte, della Lombardia e di non so quante altre regioni d’Italia, starà a casa fino al 2 marzo. Anche per me la settimana non sarà molto diversa. Molti appuntamenti sono stati annullati e nei prossimi giorni andrò meno in giro. Questo significa che io e lui staremo più insieme del solito. Deve studiare, e lo farà stando seduto di fronte a me per molte ore, mattina e pomeriggio. Non mi interessa se l’idea di lasciarlo a casa sia un’iniziativa giusta o meno contro il Corona Virus, è quello che ci chiede il Governo e io non voglio discuterlo, ma il risultato per me sarà comunque positivo perché questa sosta forzata aggiungerà qualcosa al nostro rapporto. Non capita spesso di “lavorare” insieme ai propri figli, se ci pensate stiamo con loro solo quando siamo in vacanza, quando li accompagniamo da qualche parte o li andiamo a vedere alle partite, oppure quando a malavoglia vengono con noi a qualche noiosa cena con amici o parenti. Oggi invece, dopo il primo giorno di “lavori forzati”, mi rendo conto che per la prima volta abbiamo passato un giorno intero insieme, ma non un giorno di vacanza: un giorno normale, senza niente di particolare, senza sciare, visitare qualcosa, senza viaggiare, senza giocare. Semplicemente lavorando e stando ognuno al proprio tavolo come se fossimo in biblioteca; immersi nel proprio lavoro e scambiandoci solo qualche parola ogni tanto per non perdere la concentrazione oppure desiderando di fermarci ogni tanto per dire qualche battuta come due vecchi amici per riprendere un po’ di fiato. Non so se sarebbe mai capitato se non fosse capitata questa disgrazia del Corona Virus; ed ovviamente mi dispiace infinitamente per le vittime, per chi ne è stato colpito e per tutti i disagi che sta creando alla comunità. Ma sento che grazie al Corona Virus capirò qualcosa in più di mio figlio, e questo forse è l’unico aspetto positivo di questa infinita tragedia.

Ma che cosa deve succedere affinchè una sicura vittima di femminicidio venga protetta adeguatamente?

“…le donne le preferisco dell’Est; loro non creano problemi e io le tratto come mi pare…”

Così parlava della sua donna Francesco Baingio Douglas Fadda, di soprannome Big Jim perché il fisico era la sua passione. Infatti sabato Big Jim ha trattato Zdenka Krejcikova come pareva a lui.
Dopo averla picchiata e umiliata, come aveva già fatto un milione di volte, l’ha uccisa. A coltellate. Davanti alle sue due bambine di undici anni che porteranno per sempre negli occhi l’immagine del coltello che trafigge la loro mamma.
Erano in casa, a Sorso, in Provincia di Sassari. L’uomo ha iniziato a picchiarla sempre più violentemente e così lei, per salvarsi, è fuggita con le sue figlie in un bar sotto casa. Ma non ce l’ha fatta. Lui l’ha raggiunta e le ha piantato un coltello da cucina nel cuore e si è portato via le due bambine.

Poi l’hanno inseguito, l’hanno preso. Ma volete sapere una cosa? A me non me ne frega niente. Intanto lei è morta e non mi rallegra il fatto che lui andrà in carcere, magari per una decina d’anni perché gli daranno tutte le attenuanti possibili.

Tutti lo sapevano che Big Jim trattava così Zdenka Krejcikova, tutti sapevano che prima o poi l’avrebbe ammazzata. Lui si vantava di essere un bruto, un violento. Infatti un mese fa gli avevano anche impedito di avvicinarsi a lei. Credendo che lui avrebbe obbedito.

Cosa bisogna fare per proteggere le donne da questi esseri? E’ evidente che le leggi esistenti non tutelano le donne che subiscono queste violenze. E’ evidente che un provvedimento che dica ad un animale come questo che non si può avvicinare alla donna che ha sempre picchiato, non verrà rispettato. E infatti le donne uccise da uomini violenti sono all’ordine del giorno.

E quindi? Che cosa aspettiamo a fare qualcosa DI SERIO per proteggere le donne?