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Quando aveva 4 o 5 anni mio figlio aveva scelto Peter Pan come film preferito e lo guardava in continuazione. Era una bella storia, una storia di quelle che ti lasciano il sorriso. Come tutti voi….anche io sono stato costretto a rivedere quel film un milione di volte al mattino, alla sera, al pomeriggio, quando ero stanco e mi si chiudevano gli occhi o quando volevo rilassarmi leggendo il giornale. ‘Papà, vieni sbrigati che ora combattono con i pirati’ ‘…eccomi’.

A distanza di anni però devo dire che quel cartone mi ha lasciato un’eredità importante: il ‘pensiero felice.’
Peter Pan infatti, insegna ai suoi nuovi amici ad avere un ‘pensiero felice’ per proteggerci nei momenti difficili, per tirarci su, per dimenticare qualcosa che ci rende tristi. A distanza di tanti anni (ora il pupo ha 17 anni ahimè….) trovo che nella sua apparente banalità, questo sia un metodo straordinario per superare le difficoltà della vita indirizzando i nostri pensieri verso qualcosa che ci aiuta a superarli. Uno psicologo forse lo direbbe in modo più forbito, ma io credo che il concetto sia chiaro anche in questo modo.
Io nella mia vita ho accumulato molti pensieri felici e uno di quelli ai quali penso di più sono i momenti in cui mi rifugio in mezzo alla natura, nella mia amata Lapponia, in una piccola casa sul fiume in cui ritrovo me stesso e raccolgo le mie forze per tornare e ricominciare.