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Questa è la mia casa. La mia casa in montagna: un luogo nel quale mi rifugio ogni volta che desidero allontanarmi da quella realtà quotidiana che a volte ci pesa e sento il bisogno di circondarmi delle cose che amo, dei miei ricordi, di tutto ciò che mi fa star bene. Per questo motivo è anche protagonista di alcuni capitoli del mio romanzo “Le risposte che non so darti”, perché per me è un luogo di sogno che ti resta nel cuore e che mi descrive completamente. Ma questa casa non è una baita, è un appartamento in un condominio che ho ristrutturato pensando alla mia idea di casa in montagna: un luogo caldo, avvolgente, un rifugio capace di avvolgermi e di darmi la pace di cui ho bisogno in certi momenti. Così ho rivestito alcune pareti con un tessuto che adoro, ho costruito personalmente le librerie in legno, ho colorato le pareti e il soffitto con un colore caldissimo, un colore che fa sentire il calore del sole sulla pelle. Ma ho usato anche la tecnologia: un sofisticato sistema di illuminazione a led e una domotica wireless che rende la casa intelligente, che mi consente di controllare il riscaldamento a distanza, di “prepararla” quando la sto raggiungendo per farla trovare come desidero, di modificare l’atmosfera a seconda delle ore del giorno e degli ospiti che ricevo. Amo questa casa. E’ il mio rifugio in montagna.

C’è una cosa che un uomo impara da giovane: che mai potrà reggere una discussione con ‘lei’. Perché lei sarà sempre più brava, avrà più argomenti, saprà dire più cose. Questo è un problema per un uomo, un problema che a volte porta alla violenza, ma questa è un’altra storia.
C’è una spiegazione a questo.
Immaginatevi due case.
La prima è un loft americano: una di quelle case che si vedono nei film fatte di un’unica stanza in cui tutto è visibile, in cui tutto fa parte di un’unica composizione, dove le cose sono legate tra loro in modo indissolubile. Quel vaso sulla mensola è stato comprato in Grecia in un’isola che si vede nella foto sulla parete, l’anno dopo che è nato Pietro che ha compiuto 10 anni e per questo ieri sera i suoi compagni di classe erano tutti qui. Tutte le cose sono collegate, sono connesse, fanno parte di un unico disegno complessivo.
Pensate ora ad un’altra casa.
C’è un ingresso con due porte. Una va nella zona notte, in cui un corridoio porta alle camere che hanno ciascuna il proprio bagno. La zona giorno è divisa in cucina, sala e pranzo. La cucina è chiusa per non sentire gli odori e la sala per la tv ha una porta doppia scorrevole che la divide dal resto. Tutto è rigorosamente separato e ben ordinato, ed ogni cosa ha un proprio spazio.
Ecco, la donna ragiona come se la sua mente fosse quel loft. Ogni ricordo, ogni oggetto, ogni frase è legata a qualcos’altro in una sequenza di anelli che compongono tutta la sua vita. Non si può dimenticare nulla, perché ogni cosa conduce ad un’altra e ad un’altra ancora. I ricordi non si cancellano perché non si può spezzare quella catena.
La mente dell’uomo è invece la seconda casa. Una casa in cui ogni cosa ha un proprio posto, un proprio spazio, una stanza separata dalle altre da una solida porta, meglio se blindata. Quando l’uomo è in camera, la cucina non esiste, quando è nello studio potrebbero bruciare il bagno senza che lui se ne accorga. I ricordi, i pensieri non sono legati in una sequenza, ma sono separati in ambienti diversi e non c’è possibilità di collegamento.
Per questo che un uomo sa bene che mai potrà confrontarsi con una donna, perché lei avrà sempre più ricordi, più argomenti, più giustificazioni.
Ma non è tutto.
Perché ogni uomo ha anche un’altra stanza.
E’ la stanza del nulla. Una stanza vuota dove si rifugia, dove fugge, dove i pensieri non esistono perché annullati completamente. Il vuoto assoluto. Per questo un uomo può passare una giornata a guardare i goal di tutti i campionati d’Europa o può riordinare la sua collezione di dischi. Perché è entrato nella stanza del nulla, e se gli chiedete che cosa sta facendo, non saprà rispondervi, perché si è rifugiato nel nulla e in fondo non gli interessa nulla ciò che sta facendo. E’ solo assente.
Non bisogna chiedersi perché. Bisogna solo accettare che è così, e tutto sarà più semplice

Se provate a chiedere ad un uomo quante volte si è sentito dire questa frase dalla propria amata, vi risponderà “innumerevoli”, ed è assolutamente vero! Sembra che le donne vogliano sempre cambiarli e non smettono mai di provare, neanche quando sono vecchi, neppure quando sembra non esserci più nessuna speranza.
Ma c’è una semplice spiegazione a questo.
Dalle nostre parti la donna, a torto o a ragione, è culturalmente portata a costruirsi un “uomo ideale” da avere al fianco. Da piccola gioca con le bambole, costruisce la casetta per la famiglia, le raccontano di principi azzurri, le dicono che il matrimonio sarà il giorno più bello della sua vita. Non dico che questo sia giusto, dico solo che oggi è ancora così: la casetta di Ken e Barbie è uno dei giochi più regalati alle bambine tutt’oggi.
Se provate a chiedere ad un uomo quante volte si è sentito dire questa frase dalla propria amata, vi risponderà “innumerevoli”, ed è assolutamente vero! Sembra che le donne vogliano sempre cambiarli e non smettono mai di provare, neanche quando sono vecchi, neppure quando sembra non esserci più nessuna speranza.
Ma c’è una semplice spiegazione a questo.
Dalle nostre parti la donna, a torto o a ragione, è culturalmente portata a costruirsi un “uomo ideale” da avere al fianco. Da piccola gioca con le bambole, costruisce la casetta per la famiglia, le raccontano di principi azzurri, le dicono che il matrimonio sarà il giorno più bello della sua vita. Non dico che questo sia giusto, dico solo che oggi è ancora così: la casetta di Ken e Barbie è uno dei giochi più regalati alle bambine tutt’oggi.
Questo modo di crescere, porta le donne a costruirsi quell’uomo ideale verso il quale vorrebbero che il proprio marito, amante o compagno si avvicinasse il più possibile. E per raggiungere questo scopo, cercano di “cambiare” gli aspetti che lo allontanano dal quella figura ideale. Come se fosse una sorta di scultura, cercano di modellarlo per farlo diventare più simile possibile al sogno della loro vita.
Gli uomini invece no, sono educati ad altro e per questo sono meno attenti a questi aspetti. Tuttavia sono perfettamente consapevoli che nella propria vita ascolteranno tantissime volte la frase “tu devi cambiare” dalle labbra di chi gli sta accanto. Il motivo è questo.
Perciò non resta altro che accettare la realta: è’ così, e non ci si può far niente…finche esisteranno ancora i pricipi azzurri delle favole e le casette delle bambole! 😊